L’Hybrid design è di fatto un potente collante tra il design industriale e il design dei servizi e della comunicazione. Nel contesto attuale, per pianificare il design degli oggetti, di qualsiasi sia la loro natura, occorre disporre di competenze tecnologiche, storiche, filosofiche, artistiche. Il design è oggi decisamente un lavoro di team, l’unica modalità capace di affrontare efficacemente i costi, i livelli di sostenibilità, l’impatto economico e la qualità dei beni e servizi. In questo panorama in divenire continuo, al limite tra gli antichi saperi e le sfide dell’intelligenza artificiale, l’Hybrid design ridefinisce le barriere professionali e richiede al designer di essere “intelligentemente consapevole” riguardo tutto l’ecosistema che circonda il processo di progettazione.
Nel web, con l’aumento di esperienze digitali sempre più complesse, le classiche barriere tra user experience (UX), design dell’interfaccia (UI) e sviluppo tecnologico stanno iniziando a sgretolarsi. Oggi, la sfida è quella di fondere estetica, funzionalità e tecnologia in un flusso armonioso, dove tutto scorre senza soluzione di continuità.
Con l’aumento della responsabilità progettuale, chi si occupa del design si trova anche di fronte a questioni etiche significative. Il potenziale di manipolare il comportamento degli utenti attraverso pattern oscuri, la raccolta eccessiva di dati o la progettazione di sistemi che incoraggiano l’uso compulsivo delle piattaforme sono tutte questioni critiche. L’hybrid designer deve quindi fungere da custode dell’etica, e la sfida adesso non è più confinata alla sola interfaccia, ma include la responsabilità verso l’intero ciclo di vita del prodotto digitale.
In un contesto digitale sempre più frammentato, dove i team possono essere mastodontici o ridotti all’osso, la vera sfida per chi fa design è creare esperienze fluide e adattabili, capaci di funzionare senza intoppi su una moltitudine di dispositivi, piattaforme e ambienti. Non basta più saper disegnare una bella interfaccia. Secondo l’hybrid design, chi si occupa di design deve anche muoversi con grande disinvoltura dietro le quinte: capire i meccanismi che collegano il front-end al back-end, gestire i flussi di dati e orchestrare le interazioni con API.
Allora diciamolo chiaramente: con l’hybrid design, il ruolo del designer si trasforma in architetto digitale. Non si tratta più solo di mettere insieme interfacce piacevoli, ma di abbracciare la complessità di un sistema intero, progettando interazioni che siano non solo visivamente accattivanti, ma anche performanti e scalabili.
Per riuscirci, chi fa design deve saper parlare la stessa lingua di sviluppatori e ingegneri: conoscere le logiche di programmazione, masticare HTML, CSS e JavaScript e avere anche un’infarinatura di architetture basate su API e integrazioni tra servizi. Quindi per chi fa design comprendere l’infrastruttura dovrebbe essere la nuova norma, non una rarità.
In più, in un mondo che cambia e che da sempre più importanza all’etica e alla responsabilità sociale, le soluzioni devono essere fruibili da un pubblico più ampio possibile; quindi dobbiamo anche includere utenti con disabilità. Questo vuol dire adottare pratiche di design che prendono in considerazione diverse esigenze e contesti d’uso diversi, dalla navigazione tramite tastiera alla compatibilità con lettori di schermo.
La sostenibilità è un’altra dimensione etica importante. L’hybrid designer deve considerare l'impatto ambientale delle proprie scelte progettuali. La progettazione di esperienze digitali efficienti dal punto di vista energetico e l'ottimizzazione delle risorse sono passi fondamentali per ridurre l'impronta ecologica dei prodotti digitali.
E ovviamente la responsabilità etica del designer si estende anche alla trasparenza nei confronti degli utenti. Ovvero: essere chiari nelle pratiche di raccolta dei dati, adottare una comunicazione onesta riguardo alle funzionalità e alle limitazioni dei prodotti e scegliere un design che rispetta le preferenze degli utenti.
Se hai trovato queste considerazioni condivisibili non esitare a contattarmi.